Lo spiedo ‘prodotto agroalimentare tradizionale’
Sua maestà lo spiedo, specialità della cucina pedemontana, fa parte ufficialmente dei prodotti agroalimentari tradizionali, ed è inserito nell’apposito elenco predisposto dal Ministero delle politiche alimentari. I cosiddetti ‘prodotti tradizionali’ sono i prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione risultano consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali. Rientrano tra i prodotti tipici e sono oggetto di particolare attenzione da parte dei governi locali, regionali, nazionali e dell’Unione Europa.
Lo spiedo di carni affianca nel paniere della tradizione veneta prodotti come la sopressa trevigiana, la patata del Quartier del Piave e i marroni di Combai.
A Fregona alcuni ristoranti propongono menù a base di spiedo, ma bisogna sottolineare che questa tradizione è molto sentita anche a livello familiare e quindi, nelle abitazioni che dispongono del “larin” lo spiedo costituisce occasione di calda e serena convivialità.
In altre parole, a Fregona lo spiedo rappresenta il piatto della festa.
Gli “esperti “ del paese propongono durante le feste, in particolare alle sagre di Fregona, Osigo e Sonego, questo piatto tradizionale cucinato con l’ausilio di grandi spiedi.

Accademia dello Spiedo d’Alta Marca
Proprio per valorizzare lo spiedo d’Alta Marca e approfondire il suo legame storico con il territorio è nata l’Accademia dello Spiedo d’Alta Marca, il cui attuale presidente è Leonardo Ricci, succeduto al prof. Danilo Gasparini.
Disciplinare dello Spiedo d’Alta Marca – Prodotto Tradizionale Certificato
1 – Le carni di provenienza veneta
- Pollo
- Maiale: costicine, ossocollo (o coppa), fondello (stracùl)
- Animali da cortile: faraona, coniglio, cappone
- Volatili: quaglie, uccelli come da tradizione
- Capretto, agnello
2 – Preparazione delle carni
- Taglio delle carni a pezzi
- Pezzatura consigliata: 120 grammi circa
3 – Lardelle (lardèe)
- Si usa sia lardo salato e non tagliato nella misura conveniente
4 – Tempo di cottura
- In genere dalle 5 alla 6 ore (le prime ore a fuoco moderato) e comunque tutto il tempo necessario perché ogni varietà di carne raggiunga il tipico colore di cottura
5 – Legna
- Di essenze non resinose, ad esempio carpino e faggio, secca tipica dei nostri boschi collinari e prealpini
6 – Aromi
- Foglie di salvia nostrana, a foglie piccole, senza piccioli; si può usare anche il rosmarino
7 – Salatura e aggiunte
- Sale fine da cucina, da metà cottura in poi
- Aggiunte autorizzate: pepe, olio di oliva extra vergine o di semi, vino
- Sconsigliato l’impiego del sugo della golosa
8 – Precòt
Costituito da lardo avvolto e acceso nella carta paglia con cui si dà una “botta” di fuoco alle carni che girano sullo spiedo
- Tecnica facoltativa
9 – Servizio in tavola
- Le carni devono essere servite ben calde e croccanti
- I contorni (erbe cotte, fagioli, radicchio di campo, patate), vanno serviti separatamente
- Non deve mancare la polenta, preferibilmente di farina bianca
- Vino: nella tradizione si usava il prosecco delle nostre colline, ma ci sta bene anche un buon rosso
Per ulteriori informazioni sull’Accademia dello Spiedo d’Alta Marca visitate il sito www.venetando.it