Il Paese

Fregona, 2800 abitanti circa, è situata sulla falda meridionale del monte Pizzoc (m. 1565) a 7 Km da Vittorio Veneto lungo la strada provinciale 422 che porta alla Foresta del Cansiglio, è un accogliente paese noto da sempre per il suo clima: temperato d’inverno per la presenza protettrice della montagna e fresco d’estate per il continuo cambiamento dell’aria che nelle valli che si aprono verso la pianura veneta.

Il territorio del comune, che si estende su una superficie di Kmq. 42,85, comprende una dorsale montuosa a nord, estrema diramazione delle Prealpi carniche, e una parte collinosa a sud caratterizzata dalla presenza di dossi rettilinei e paralleli di roccia relativamente dura, alternata a roccia più tenera, facilmente erodibile dai numerosi corsi d’acqua a regime torrentizio che affluiscono al Meschio per poi finire nel fiume Livenza.

Fregona - Pro Loco Fregona

Cenni storici

L’esistenza di condizioni particolarmente favorevoli agli insediamenti, quali la posizione soleggiata, la facilità di rifornimenti idrici e non ultima la possibilità di difendersi da eventuali pericoli esterni, consente di affermare con tutta tranquillità che Fregona fosse abitata ancora in epoca romana, come del resto lo conferma il rinvenimento di tre asce enee a piccole alette, riferibili all’età del ferro.

La presenza romana, oltre ai numerosi toponimi di derivazione latina, è testimoniata da monete degli imperatori Tiberio e Massimino il Trace; quest’ultima è stata trovata ai piedi della torre di Nastego alle Fratte, riportata nelle mappe anche come torre di Matrucco. Secondo l’ipotesi più accreditata, anche il nome Fregona deriverebbe dalla parola latina “frigus”, freddo, e in particolare dall’espressione “frigonia tellus”, ossia terra della Friga che, con il Carron, è il suo più importante corso d’acqua.

In età feudale, Fregona appartenne prima al vescovo-conte di Belluno, poi alla Signoria dei Caminesi, di stirpe longobarda che a Piai avevano un loro castello di cui non resta altro che un cumulo di rovine, da dove nel 500 venne dissotterrata una preziosa cassaforte, rinforzata da lamine di ferro, che ora è custodita nell’arcipretale.

Fregona - Pro Loco Fregona

Nel 1337, due anni la morte dell’ultimo “Da Camino” di sopra Ceneda, Rizzardo VI, fu ceduta a Venezia che ne venne in possesso definitivo nel 1422. Nel 1509 avvenne un fatto d’armi importante per la storia di Fregona; infatti la notte del 20 luglio un drappello di uomini qui reclutati da Francesco Forte per conto della Repubblica di Venezia si rivelò determinante per il recupero della città di Serravalle, in precedenza occupata da 800 soldati dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo.

In segno di riconoscenza la sede Serenissima invierà una propria “ducale”, tutt’ora custodita nella sede municipale, con la quale i fregonesi venivano beneficiati di particolari privilegi, come l’esenzione “da contribution di tasse, di soldati et d’altri dazi”, privilegi goduti fino alla caduta della repubblica nel 1797. L’episodio è stato dipinto da Pierantoni Chiaradia nel 1988 su tela, ora custodita nella sala consigliare. Anche lo stemma del comune lo ricorda, infatti rappresenta due spade incrociate d’argento con le else d’oro dietro un castello di colore rosso con merlatura guelfa ed alta torre centrale, evidente richiamo al Castello di Piai.

Fregona si distinse anche nell’ambito della Prima Guerra Mondiale; durante “l’anno d’invasione” l’eroina Maria Tomasin in De Luca, nascose il tenente Camillo De Carlo nella propria abitazione e lo aiutò, insieme al maestro Attilio De Conti, al parroco Monsignor Toya e al medico condotto Francesco De Poi, a fuggire portando con sé importanti documenti che furono decisivi per la battaglia di Vittorio Veneto.

Il paese fu teatro anche durante la Seconda Guerra Mondiale, di aspri combattimenti e azioni di valore compiute durante il periodo della resistenza, specialmente nell’area del Cansiglio.